Ursula von der Leyen lancia un messaggio chiaro contro il populismo e la demagogia al congresso di Nea Demokratia.
Nel cuore di Atene, durante il congresso del Partito popolare europeo (Ppe), Ursula von der Leyen ha delineato i contorni di una battaglia ideologica che vede l’Europa al centro di sfide interne ed esterne senza precedenti.
![Ursula Von Der Leyen](https://newsmondo.it/wp-content/uploads/2023/09/IM_Ursula_Von_Der_Leyen.jpg)
L’intervento di von der Leyen
Con toni decisi, come riporta Tg24.sky.it, la presidente della Commissione europea ha messo in guardia contro coloro che, spinti da legami oscuri e ideologie populiste, cercano di minare l’unità e la stabilità del continente.
“Gli amici di Putin qui in Europa stanno cercando di riscrivere la nostra storia e di sabotare il nostro futuro, come populisti o demagoghi“, ha dichiarato von der Leyen, citando esempi concreti come l’AfD in Germania, il Rassemblement National in Francia e Konfederacia in Polonia.
La leader tedesca ha espresso un chiaro rifiuto verso queste forze disgregatrici, impegnandosi a proteggere i valori fondamentali su cui si fonda l’Unione Europea. “Non permetteremo mai che accada“, ha affermato con fermezza.
La sua campagna come Spitzenkandidat del Ppe riflette questo impegno, mirando a consolidare un fronte unito contro le minacce alla coesione europea.
Sicurezza e difesa: la nuova frontiera europea
Uno degli aspetti centrali del discorso di von der Leyen è stata la questione della sicurezza e della difesa collettiva, identificata come la “nostra prossima frontiera in Europa“. La presidente ha evidenziato l’urgenza di un aumento della spesa per la difesa, invitando a “spendere di più, meglio e a livello Ue“.
Nel contesto internazionale attuale, con la minaccia persistente di conflitti ai confini dell’Europa, la leader tedesca ribadisce l’importanza di una politica di migrazione responsabile e controllata. “Abbiamo adempiuto ai nostri obblighi internazionali in materia di migrazione in passato, lo facciamo oggi e lo faremo in futuro. Ma siamo noi europei a decidere chi entra in Europa e in quali circostanze. E non i trafficanti“, ha affermato, ponendo l’accento sulla sovranità europea in materia di politiche migratorie.